Palworld: le accuse di plagio a Pokémon

Palworld e le accuse di plagio a Pokémon

Palworld e Pokémon, Pokémon e Palworld.
Due giochi che, se sulla carta sembrano nascere con intenzioni diametralmente opposte, nella realtà dei fatti iniziano ad assomigliarsi in maniera vistosa, tanto da far scaturire accuse di plagio. Ci sarebbe da ridere, se non fosse per il fatto che si parla di fior di soldoni in gioco.

Palworld è uno dei successi inaspettati del 2024.
A una manciata di giorni dal suo lancio in early access, il titolo di Pocket Pair ha venduto oltre 8 milioni di copie e collezionato più di 2 milioni di download su Steam. Numeri da capogiro, considerando che nello stesso periodo, due anni fa, il diretto competitor Pokémon Legend: Arceus aveva piazzato “solo” 7 milioni di copie in 5 giorni.

Palworld nella classifiche Steam (Febbraio 2024) – Fonte: Steam / giochi più giocati

Eppure con la notorietà vengono le critiche.
Neppure troppo infondate, se si seguono le dichiarazioni dell’AD di Pocket Pair, Takuro Mizobe.
Da sempre fervido sostenitore dell’AI, Mizobe non ha fatto mistero della sua intenzione di delegare agli algoritmi dell’intelligenza artificiale la realizzazione delle sue creature digitali, i “Pal”. Niente di strano, dunque, se nel processo “creativo” le AI finiscano per riproporre qualche design consolidato e già noto, dato la loro stessa programmazione le “costringe” ad ispirarsi a tutto ciò che è presente in rete.

E forse è proprio questo il punto.
Se le AI sono programmate per estrapolare in maniera random i concept digitali dei nuovi mostriciattoli, a fonte della mole mastodontica di dati presenti nel web, stupisce il numero di “Pal” bizzarramente simili ai concorrenti “Pokémon”.

Ma dove si trova, di preciso, la linea di demarcazione fra lecita ispirazione e mero plagio? E qual è quella sottile differenza tra prendere a riferimento un asset protetto da copyright e scopiazzarlo pedestremente?
Se i fan delle saghe si danno battaglia a colpi di tweet sul web, denunciando, chi i plagiarismi di Palworld, chi l’esecrabile abitudine di Pokémon di appropiarsi a propria volta del lavoro altrui (ad esempio per il caso “Dragon Quest” del 1986, a sua volta influenzato da “Wizardry” del 1985) anche i CEO delle due compagnie non son da meno.

Palworld: un’istantanea di gioco.

Con una nota ufficiale, il 24 Gennaio, da Pokémon hanno fatto sapere che, preso atto delle molteplici segnalazioni pervenute, la compagnia si riserva il diritto di investigare ulteriormente ed adire, se necessario, per vie legali.

“We have received many inquiries regarding another company’s game released in January 2024 (…) we intend to investigate and take appropriate measures to address any acts that infringe on intellectual property rights related to the Pokémon.”

La risposta di Mizobe non è stata da meno: dopo aver denunciato la ricezione di minacce di morte, il CEO di Pocket Pair ha dichiarato di poter provare di aver sempre agito in buona fede.

Il concept design della maggior parte dei pal deriverebbe infatti dal lavoro di un singolo disegnatore assunto nel 2021: inoltre la compagnia si sarebbe premurata di tutelarsi contro eventuali accuse di plagio, vagliando la possibilità di aver infranto le leggi vigenti sul copyright, ben prima di rilasciare il proprio prodotto sul mercato.

La persona che disegna Pal, il volto attuale di Pal World, è un neolaureato che ha fatto domanda quando abbiamo chiamato gli artisti su Twitter. (..) E ora disegna la maggior parte dei personaggi di Palworld. È una neolaureata e ha presentato domanda a quasi 100 aziende, ma è stata respinta da tutte. Pocket Pair (Takuro Mizobe) – Fonte: note.com

Insomma, in attesa di vedere se la battaglia tra Palworld e Pokémon finirà in tribunale o si limiterà a semplici dichiarazioni/punzecchiature tra CEO rivali, gli unici che si stanno realmente sfidando alla luce del sole sembrano essere i fan più agguerriti di entrambe le serie ludiche.

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