Orgoglio nerd: la lista di gennaio 2024

Orgoglio nerd: la lista di gennaio 2024

Il 2024 parte col botto per l’orgoglio nerd!
Accantonate le letture e le visioni del 2023, è tempo di stilare una nuova lista di tutte le opere in grado di conquistarmi nell’anno che viene.

Libri del 2024 (Gennaio): La metamorfosi ed altri racconti – F. Kafka

Orgoglio nerd: La metamorfosi ed altri racconti di Franz Kafka. Foto di Jesper Aggergaard su Unsplash

Sono pochi gli scrittori che, come Franz Kafka, riescono a farsi portavoce dei tormenti dell’animo umano. Nei raconti dell’artista boemo, astrattismo e simbolismo si mescolano fino a dare vita a un nuovo microcosmo tragico, denso di analisi introspettiva.

Lo stesso Kafka cresce in una realtà che non gli consente di appartenere a nessun luogo.
Nato in una famiglia ebraica a Praga, capitale del Regno di Boemia, il futuro scrittore si ritrova sin dalla più tenera età attanagliato in una dicotomia.
Nel 1883, la Boemia è semplicemente una delle tante regioni-vassalle dell’Impero Austroasburgico e la sua identità nazionale non trova riscontro nelle maglie burocratiche del più vasto impero.
Nella “Città delle cento torri” convivono, tra crescenti attriti, più gruppi etnici: la maggior parte della popolazione parla ceco e si definisce boema, mentre l’élite cittadina si trincera dietro al tedesco, che è considerata la lingua ufficiale delle classi abbienti.
La comunità ebraica non è esente dal conflitto: per quanto essa si ponga spesso come ponte di intermediazione tra i due gruppi, la sua stessa presenza è fonte di ulteriore tensione. Gli ebrei non sono abbastanza tedeschi per definirsi tali, eppure nemmeno la comunità cecoslovacca sembra accettarli al proprio interno.

Questa dicotomia ed il senso di alienazione che ne deriva permeano lo stesso autore che, pur conoscendo a perfezione sia il ceco, sia il tedesco, si domanda spesso quale sia la propria identità culturale e finisce per riversare nei propri personaggi i tormenti del suo animo.

I protagonisti dei suoi racconti si muovono a tentoni, disperatamente soli ed immersi in un mondo di solitudine. E’ vero, conversano con i propri simili, ma le loro parole si perdono nel vuoto. O, per meglio dire, è come se le loro parole assumessero un significato diverso una volta ascoltate dell’interlocutore e che quello stesso significato rimanesse oscuro per il lettore.
Il risultato è un dialogo al limite della follia e del surrealismo.

Snaturata, privata del proprio codice, incomprensibile nel significato e significante, la narrazione di Kafka è l’emblema per eccellenza dell’ “allegorismo vuoto” dove l’indagine sull’inconscio sconfina con il grottesco ed il protagonista è spesso vittima di una “malattia” (la metamorfosi di Gregor Samsa, il conflitto mai risolto di Georg Bendemann con suo padre) che altro non è che crisi esistenziale.
La consapevolezza della patologia non assicura però quella serenità così a lungo bramata.

Al contrario, la crisi assume una forma concreta man mano che i personaggi proseguono nell’introspezione e tentano di capire le ragioni alla base della propria infelicità o sfuggire dai propri fallimenti. E’ un circolo vizioso: più i personaggi si addentrano in un labirinto di astrattismi e simbolismi, più vengono scardinati gli assiomi in cui credono. La conclusione è inevitabile: autodistruzione, morte e follia, intese come uniche vie di fuga -mai di salvezza- all’alienazione causata da una società priva di valori in cui ci si possa identificare.

Kafka non è per tutti.

Delude ed angoscia chi dalla lettura vuole intrattenimento, romanticismo, gioia di vivere o passione. Ammalia chi invece vuole attingere dai turbamenti più intimi dell’animo umano.

Fanno parte de “La metamorfosi ed altri racconti”:
Il fochista (Der Heizer, 1913)
La condanna- conosciuto anche come Il verdetto o La sentenza- (Das Urteil, 1912)
La metamorfosi (Die Verwandlung, 1915)
Sciacalli e arabi (Schakale und Araber, 1917)
Nella colonia penale (In der Strafkolonie, 1919)

Libri del 2024 (Gennaio): Il libro delle bestie (Storie proprio così) – R. Kipling

Orgoglio nerd: i racconti fantastici de “Il libro delle bestie” (Storie proprio così) di Rudyard Kipling cercano di spiegare in maniera fantasiosa l’origine di molti fenomeni, inclusa l’evoluzione del canguro. Foto di Carles Rabada su Unsplash

Forse non tutti lo sanno, ma “Il libro delle bestie” (Storie proprio così) di Rudyard Kipling nasce come raccolta di favole della buona notte dedicate alla figlia primogenita “Effie”, prematuramente scomparsa nel 1899 all’età di sei anni.

“Effie”, il cui vero nome era Josephine, era infatti uno spirito indomito e l’artista usava le sue storie originali come mantra per la buona notte. C’era infatti una semplice regola che vigeva in casa Kipling: al termine della favola, “Effie” doveva andare a letto senza fare capricci nè supplicare per restare sveglia ancora qualche minuto.

Dapprima pubblicate a puntate su un giornalino per bambini e poi raccolte nel 1902 in un’unica opera, le storie di Kipling sono brevi racconti fantastici che cercano di spiegare l’origine di vari eventi in maniera fantasiosa.

Perchè il rinoceronte ha la pelle spessa e piena di grinze? E come fece il primo elefantino ad ottenere un naso a proboscide? Perchè il gatto è l’unico animale di casa a non potersi dire completamente domestico od assoggettato al volere dei suoi padroni? E che attinenza c’è tra una farfalla-maschio, che voleva mettere a tacere la moglie, e l’anello del potente re Salomone?

Queste ed altre vicende trovano spazio ne “Il libro delle bestie” (Storie proprio così) di Rudyard Kipling. Un’antologia ricca e divertente in grado di intrattenere grandi e piccini.

Manga del 2024 (Gennaio): Record di Lodoss War – The Lady of Pharis / La guerriera di Pharis

Orgoglio nerd: Record di Lodoss War – The Lady of Pharis / La guerriera di Pharis. Una straordinaria collaborazione tra Ryo Mizuno (storyboard) e Akihiro Yamada (matite).

Se negli anni 2000 mi avessero chiesto quale fosse il manga più bello che avessi mai sfogliato, non avrei avuto dubbi a rispondere: “The Lady of Pharis”.

Ambientato nell’universo narrativo di Lodoss War, “The Lady of Pharis” (La guerriera di Pharis) costituisce l’antefatto dell’intero ciclo fantasy dedicato all’Isola Maledetta.

La storia, narrata da Ryo Mizuno, non si discosta dalla classica matrice del role playing: un gruppo di eroi e una missione da affrontare, quasi impossibile da portare a compimento. Ciò che però fa la differenza è la straordinaria matita di Akihiro Yamada, un illustratore unico nel suo genere, in grado di canalizzare forme, simmetrie e panneggi con un tratto che omaggia il gusto europeo per il romanzo di “cappa & spada” e la sofisticatezza dell’arte orientale.

Senza togliere nulla allo storyboard, al termine della lettura di “Record di Lodoss War – The Lady of Pharis” ciò che rimane impresso è il disegno, che subisce le influenze delle litografie di Gustave Doré e del delicato astrattismo floreale di Alphonse Mucha.
Due sontuosi volumi di alta qualità ad un prezzo più che accessibile: un must have per gli amanti dell’heroic fantasy.

Una piccola curiosità sull’opera: “Record di Lodoss War – The Lady of Pharis” è stato pubblicato per la prima volta in Italia nel 1998 sotto l’egida di Dynamic Italia, adottando il titolo “La guerriera di Pharis”. Successivamente alla messa in vendita del primo albo, la serie è stata posta in hiatus.
Dopo un silenzio editoriale di più di 10 anni ed il fallimento di Dynamic Italia, i diritti sono stati acquisiti da J-pop, etichetta del gruppo Edizioni BD dedicata ai fumetti giapponesi.
Nel 2009 è stato ripreso in mano il progetto e sono stati pubblicati i due albi previsti per la serie (con una titolazione inglese, copertine inedite, formato diverso ed una nuova traduzione), consentendo finalmente agli affezionati di concludere l’epopea della chierica Flaus e conoscere l’esito della guerra dei Sette Eroi contro le forze demoniache.

Manga del 2024 (Gennaio): Eureka Seven – Psalms of Planets Eureka Seven (Psalms of Planets Eureka Seven)

Orgoglio nerd: fantascienza, mecha e romanticismo in “Eureka Seven” (Psalms of Planets Eureka Seven).

In un futuro al contempo prossimo e remoto, l’umanità è stata costretta ad abbandonare la Terra a causa di terribili sconvolgimenti nell’ecosistema. Dopo un lungo peregrinare tra gli spazi cosmici, durato ben 10.000 anni, un pianeta rossastro ha finalmente offerto rifugio ai coloni spaziali.
Per i sopravvissuti si è trattato di un nuova terra promessa, la “Canaan” così a lungo agognata. Ma presto hanno dovuto fare i conti con un’amara realtà: “Canaan” è abitata anche da una seconda forma di vita, lo Scub Coral, una forma minerale semi-senziente che sembra reagire alla presenza degli umani e costituire una seria minaccia alla loro esistenza.

Dapprima terrorizzati, alcuni esseri umani hanno accettato la presenza dello Scub Coral e si sono dati l’appellativo di Vodarac, onorando come divinità il corallo vivente e propugnando una pacifica convivenza tra le due specie. Ma la maggior parte degli uomini si è schierata a favore del governo militare, considerando Vodarac e Scub Coral come eresie da eradicare per la futura colonizzazione del pianeta.

Renton Thurston è un quattrodicenne, genio della meccanica, che si ritrova improvvisamente al centro del conflitto. Prima di morire, suo padre Adrock Thurston ha infatti affidato alla famiglia un misterioso dispositivo, l’Amita Drive, in grado di potenziare il Nirvash, un gigantesco mecha guidato dall’enigmatica Eureka.
Catapultato suo malgrado nel conflitto tra Gekkostate e Governo Militare, Renton scopre poco per volta i segreti che si celano dietro la morte di suo padre, il funzionamento del Nirvash, l’essenza stessa di Eureka e le sorti del pianeta.

Eureka Seven nasce come serie televisiva anime nel lontano 2005, a cura dallo studio Bones e da Bandai Entertainment. Composto da 50 episodi, l’anime fonde il genere mecha con alcuni degli elementi più classici della fantascienza canonica (il viaggio spaziale, il terraforming, l’incontro con diverse forme di vita, le nuove tecnologie, i governi distopici, le catastrofi eco-ambientali) soffermandosi sul percorso di crescita interiore dei suoi quattro protagonisti.

Dalla fortunata serie televisiva è stato tratto un manga in sei numeri, a cura di Jinsei Kataoka e Kazuma Kondō. Pubblicati in Italia da Panini Comics sotto l’etichetta “Planet Manga”, gli albi ricalcano in maniera speculare la storia dell’anime, seppur con alcune differenze.

Puoi vedere l’anime di Eureka Seven sulla piattaforma VVVID in streaming gratuito e legale.
Il manga non è più acquistabile nè come arretrato nè come ristampa nel circuito Panini Comics, mentre resta reperibile nelle librerie / fumetterie indipendenti o tramite il mercato dell’usato.

Manga del 2024 (Gennaio): Sailor Moon – Speciale Combattenti

Orgoglio nerd: tornano le combattenti che vestono alla marinara in “Sailor Moon – Speciale Combattenti”.

“Sailor Moon – Speciale Combattenti” è un volume di storie brevi, incentrate su Sailor Moon e le sue amiche, edito da Star Comics. Si compone di cinque episodi autoconclusivi, di cui solo gli ultimi tre presentano un filo conduttore in comune ed introducono un nuovo genere di nemico: le “genius locii”.

Protagonista de “Il Diario Illustrato di Chibiusa” è la petulante Piccola Lady che, ormata di mini-scettro lunare, deve vedersela con una stravagante versione di Tanabata.
Eh sì, perchè la dolce Tessitrice, a furia di struggersi d’amore ed aspettare la Festa delle Stelle, è ingrassata a suon di dolcetti. Dubitando che l’amato Pastore possa essere ancora interessato alle sue floride forme, Orihime/Vega si è lasciata irretire dalle sue compagne astrali, dando il via ad una vera e propria campagna anti-uomo!
Tocca quindi a Chibiusa riportare la serenità nell’animo della principessa e ricongiungerla al suo eterno amore.

In “Casablanca Memory”, la Takeuchi si concentra sul passato di Rei Hino.
Figlia di un potente esponente politico, Rei incarna l’ideale di bellezza ed eleganza femminile. Eppure, dietro al suo aspetto così severo e glaciale, nasconde un cuore ferito.

Conclude l’albo la trilogia de “La guerra degli esami” in cui l’autrice tratteggia la malinconia di Makoto, svela il mistero che si nasconde dietro al primo amore di Ami ed infine approfondisce il rapporto di odio-amore tra Sailor Mars e Sailor Venus, illustrando la battaglia delle scuole femminili di Rei e Minako.

“Speciale Combattenti” non aggiunge molto all’opera principale della Takeuchi, ma ne rappresenta, al pari di “Codename Sailor V” una godibile digressione.

Libri del 2024 (Gennaio): Frotte di pesci rossi – K. Okamoto

Orgoglio nerd: Kanoko Okamoto conquista l’Occidente con i racconti di “Frotte di pesci rossi”. Foto di Alejandro Aro su Unsplash

Fukuichi e Masako.
“Ran” Ranko e Shiro-Shika.
Kumeko, sua madre e il vecchio Tokunaga.

Questi i protagonisti di “Frotte di pesci rossi” (Kingyo Ryōran) della narratrice nipponica Kanoko Okamoto, tradotta in Italia da Fujimoto Yuko.

Tre diversi racconti lunghi, o romanzi brevi, in cui l’autrice richiama spesso i fasti perduti delle epoche appena passate e la cieca difesa delle schemi culturali millenari, contrapponendoli al periodo moderno e al bisogno di individuare una propria identità all’interno di un mondo dove le tradizioni non hanno più motivo di essere.

Nel primo racconto, che dà il titolo all’opera, “Kingyo Ryōran” (letteralmente “Pesci rossi in caos”), la Okamoto introduce le figure di Fukuichi e Masako.
Figlio adottivo di una coppia di commercianti di pesci lui, unica erede di una casata nobiliare in declino lei, le loro vite si intersecano in un’alternanza di odio, amore, indifferenza.
Masako, un po’ tarda e pigra, si attira gli scherni di Fukuichi finchè, con l’arrivo dell’adolescenza, la sua bellezza sboccia con prepotenza. Per il giovane è un duro colpo: consapevole di essere in debito economico con la famiglia di lei, che ne ha patrocinato gli studi nella speranza di risollevarsi economicamente, Fukuichi si convince di dover selezionare una nuova varietà di pesce rosso prima di poter chiedere la mano della ragazza, struggendosi in una disperata ossessione.
La realtà è però ben diversa: Masako non è quell’essere ultraterreno da lui idealizzato.
E’ una giovane donna pragmatica con idee molto chiare, seppur sottoposta al ruolo tradizionale di moglie e madre. Mentre Fukuichi resta disperatamente attaccato alla propria ossessione, Masako vive la propria vita con naturalezza: accetta la corte dei pretendenti selezionati da suo padre, ha avventure sessuali, diventa madre di due bambine ed infine sposa un uomo dai gusti europei.

Deliziosamente malinconico il secondo racconto “Michinoku” (“Nel Settentrione”) che vede protagonisti la bella Ran e Shiro-scemo.
Nessuno sa chi sia Shiro e come sia arrivato in città: il ragazzo è ritardato e la sua ingenuità è quasi commovente, tanto da suscitare un istinto di protezione in Ran, figlia di un abbiente commerciante. Tuttavia, quando Shiro si convince di dover diventare un uomo di successo per poter prendere in moglie Ran, la separazione è inevitabile. Travolto dalle difficoltà della vita, Shiro non tornerà più, mentre Ran, pur andando avanti con la propria esistenza, penserà spesso al suo amico così speciale.

“Karei” (“Il genio famigliare”) introduce la figura di Kumeko. La giovane donna ha ereditato la conduzione della locanda familiare, attività dove intere generazioni femminili della sua famiglia hanno trascorso l’esistenza, fornendo pasti e viaggiatori e residenti.
Pur accettando l’onere, la ragazza non può che pensare di essere prigioniera in un ruolo che non sente suo, condannata, come la madre, a restare dietro a un bancone per anni. Ma il racconto di un avventore ora ridotto in miseria, il vecchio fabbro Tokunaga, le farà scoprire un lato nascosto proprio di sua madre.

“Frotte di pesci rossi” è un tomo in cui mi sono imbattuta quasi per caso e la cui copertina ha colpito la mia attenzione. La lettura è piacevole, ma non sempre semplice a causa dello stile prolisso, quasi manieristico, della sua autrice: non a caso, molti critici letterari parlano di vero e proprio “narcisismo stilistico” nelle opere della Okamoto.
Superato lo scoglio linguistico, tuttavia, “Frotte di pesci rossi” rappresenta una scelta appagante per coloro che ricercano un taglio intimista al femminile, in grado di rappresentare un preciso periodo di transizione culturale nella storia del Giappone.

Anime del 2024 (Gennaio): Puparia

Orgoglio nerd: Puparia di Shingo Tamagawa.

Puparia è un sogno durato tre anni, riassunto in tre minuti di animazione.
E’ un mondo fantastico dove i suoi protagonisti, pur senza dire una parola, infrangono la quarta parete. E’ metamorfosi, continuo cambiamento, universo che si rinnova.

La sua genesi è tanto emblematica quanto paradossale.
Shingo Tamagawa, l’autore, proviene infatti da eccellenti studi di animazione e può vantare un palmares di tutto rispetto, avendo associato il proprio nome ad opere come “Mobile Suit Gundam: Hathaway’s Flash”, “Code Geass: Akito the Exiled” o “Mobile Suit Gundam Narrative”.
Eppure a un certo punto della sua carriera, Tamagawa inizia a dubitare della direzione intrapresa. Sente di aver tradito le proprie aspettative, di aver imbrigliato la sua arte.
Decide coraggiosamente di ricominciare da zero e lo fa prendendo in mano lo strumento di disegno più elementare: una matita.

Puparia nasce così: tre anni di fogli, matite, chine, pantoni, pastelli acquarellabili, tavole scartate.
Tre anni di dubbio, fatica, scoraggiamento.
Ma alla fine la creatura di Shingo Tamagawa vede la luce e si libra in volo.
Tre anni di lavoro riassunti in tre minuti di ineccepibile perfezione.

Something is about to change drastically
We can only be witnesses to it. (Shingo Tamagawa)

A metà tra sogno e realtà, ricco di simbolismi, misteri ed astrattismi, il breve corto di Shingo Tamagawa incanta più di 8 milioni di spettatori sul canale Youtube del suo creatore.

Anime del 2024 (Gennaio): Big Fish & Begonia

Orgoglio nerd: “Big Fish & Begonia” è una perla dell’animazione indipendente.

Tra le perle dell’animazione indipendente e non riconducibili nè ai colossal americani nè agli studi giapponesi si situa “Big Fish & Begonia” (大鱼海棠 – Il grande pesce e la begonia), lungometraggio uscito nel 2016.

La creazione del film simbolizza la resilienza dei suoi creatori, Liang Xuan e Zhang Chun.
“Big Fish & Begonia” nasce come progetto nel 2004, con una breve animazione in Flash che riscuote un inaspettato successo online. Liang Xuan e Zhang Chun decidono quindi di buttarsi a capofitto nell’impresa e, dando fondo ai propri risparmi, creano il proprio studio di animazione personale, il B&T Studio.

Quattro anni di andamento altalenante esauriscono però rapidamente il denaro investito.
La qualità del progetto è alta, il lungometraggio proposto è affascinante, ma per i possibili investitori “Big Fish & Begonia” rappresenta una scommessa quasi impossibile da vincere. In tanti si appassionano all’idea e poi si tirano indietro, reputando il mercato cinese dell’animazione un ambiente troppo inesplorato ed aleatorio per assicurare concreti guadagni.

E’ il crowdfunding a salvare dall’oblio una pellicola che, dopo 12 anni, vede finalmente la luce. Il successo è immediato. Costato circa 30 000 000 CN¥ (3,8 milioni di euro al cambio attuale), il film ne incassa 20 volte tanto, facendo incetta di premi e conquistando sia il pubblico, sia la critica.

Nel mondo mistico, la sedicenne Chun (letteralmente “Begonia”) partecipa a un rito di passaggio obbligatorio. Lo scopo è quello di consentire agli spiriti di accedere al mondo umano sotto forma di animale, in modo da conoscerlo meglio e comprendere quale sia la loro funzione. L’avventura di Chun durerà solo sette giorni e, durante questo lasso di tempo, la ragazza dovrà evitare ogni interazione con gli esseri umani.
Trasformata in delfino rosso, Chun accede al mondo superiore ed impara ad amarlo.
Tuttavia, la sera del settimo giorno, lo spirito rimane imprigionato in una rete da pesca durante una forte tempesta. Solo l’intervento di un ragazzo salva Chun da morte certa, ma a costo della vita stessa del giovane.

Tornata nel suo mondo, lo spirito avverte un debito di riconoscenza verso lo sconosciuto, decidendo di riportarlo in vita nonostante l’atto sia considerato un tabù. Il redivivo Kun (così viene ribattezzato il giovane sconosciuto, in onore di un grande cetaceo leggendario) non può però tornare subito nel suo mondo: la sua anima ha preso le sembianze di un pesce rosso e il compito di Chun, aiutata dall’amico Qiu, consiste nel guidarlo e proteggerlo finchè non sarà abbastanza forte per il viaggio.

Il ritorno alla vita di Kun ha però gravi ripercussioni nel mondo mistico, che perde il proprio equilibrio e rischia di collassare su se stesso. Osteggiata dai propri simili e bandita dalla sua stessa famiglia, Chun si ritrova così chiamata ad una scelta terribile: salvare il suo popolo o ripagare il debito di riconoscenza verso Kun.

Il mio nome è Chun. Vengo da un mondo sotto l’oceano. Il cielo del nostro mondo è connesso agli oceani del mondo umano. Una volta liberate dalla morte, le anime umane vanno alla deriva del loro mondo fino al nostro, ed è nostro compito occuparci di loro e tenerle al sicuro. Noi siamo quelli che controllano il tempo, le maree e il cambiamento delle stagioni. Non siamo esseri umani, ma nemmeno siamo divinità: noi siamo gli Altri. Big Fish & Begonia (2016)

Big Fish & Begonia è un must watch per tutti coloro che amano l’animazione e sono alla ricerca di un lungometraggio fantasy che, abbracciando la cultura orientale, narri un percorso di crescita interiore, speranza e cambiamento. Il film è disponibile all’acquisto in DVD (ad un prezzo davvero irrisorio) o in streaming sulla piattaforma Netflix (solo per gli abbonati).

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